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  • Immagine del redattoreLuca e Marta

Domenica delle Palme

"Molti stendevano i propri mantelli sulla strada e altri dei rami di palma, che avevano tagliate dai campi"

Mc 11, 1 - 10


1 Quando si avvicinarono a Gerusalemme, verso Bètfage e Betània, presso il monte degli Ulivi, mandò due dei suoi discepoli 2 e disse loro: «Andate nel villaggio che vi sta di fronte, e subito entrando in esso troverete un asinello legato, sul quale nessuno è mai salito. Scioglietelo e conducetelo. 3 E se qualcuno vi dirà: Perché fate questo?, rispondete: Il Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito». 4 Andarono e trovarono un asinello legato vicino a una porta, fuori sulla strada, e lo sciolsero. 5 E alcuni dei presenti però dissero loro: «Che cosa fate, sciogliendo questo asinello?». 6 Ed essi risposero come aveva detto loro il Signore. E li lasciarono fare. 7 Essi condussero l'asinello da Gesù, e vi gettarono sopra i loro mantelli, ed egli vi montò sopra. 8 E molti stendevano i propri mantelli sulla strada e altri dei rami di palma, che avevano tagliate dai campi. 9 Quelli poi che andavano innanzi, e quelli che venivano dietro gridavano: Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! 10 Benedetto il regno che viene, del nostro padre Davide! Osanna nel più alto dei cieli!


SIMBOLI: palme, asina, mantello

è negli occhi dei nostri fratelli che possiamo incontrare il Signore

Siamo giunti alla Domenica delle Palme e ancora una volta il Vangelo ci parla attraverso tre simboli: le palme, i mantelli e l’asina.

Gesù, dopo tanti anni di cammino e di viaggi durante i quali ha predicato a uomini e donne e si è manifestato attraverso molti miracoli, giunge finalmente a Gerusalemme. Il suo ingresso è una festa: la gente lo acclama e lo accoglie con i rami di palma. Nel mondo greco-romano, questa pianta aveva un significato ben preciso, ovvero quello della Vittoria. La dea Nike, ad esempio, veniva rappresentata mentre porgeva ai vincitori la palma d’oro e una corona d’alloro. Gesù viene dunque accolto a Gerusalemme come un vincitore. Ciò, se ci pensate bene, preannuncia la sua più grande vittoria, quella sulla morte tramite la Resurrezione!


Di fronte a così grandi celebrazioni, qualcuno potrebbe pensare all’arrivo di un Re in sella a un prode destriero e alla testa di un potente esercito armato. Invece Gesù, ancora una volta, non fa quello che ci aspetteremmo dal Figlio di Dio. Egli si presenta alla folla su di un’asina, un umile animale da soma. Gesù, Re di Pace, conquista Gerusalemme e il mondo con l’umiltà del servo. In un mondo in cui l’umile è percepito come un rinunciatario, come uno sconfitto, Gesù ci indica una nuova via controcorrente con cui affrontare la vita: quella dell’umiltà.

Ma in fondo che cosa rappresenta questa Gerusalemme? Gerusalemme rappresenta i nostri cuori verso cui Gesù cammina con umiltà ogni giorno. E noi come ci siamo preparati in questa Quaresima per incontrarlo il giorno di Pasqua? Siamo pronti ad accoglierlo? Ancora una volta il Vangelo ci indica il mezzo con cui preparare il Suo arrivo nei nostri cuori: stendere a terra i nostri “mantelli”. Il mantello è quella cosa pesante che ci protegge dall’esterno, quella scorza dura che ci mettiamo attorno per evitare il freddo. Per accogliere Gesù nella nostra vita è necessario dunque “abbassare” le nostre difese e aprirci a Lui senza riserve e senza paure. Ma “il mantello” ci ricorda anche un altro racconto, quello di San Martino che, incontrato un vecchio mendicante lungo il suo cammino nel freddo inverno, tagliò a metà il suo bel mantello e lo donò al povero. Ecco dunque la seconda via per incontrare Gesù: “toglierci il nostro mantello” e donarci al prossimo, a chi in questo momento ha bisogno di noi….perché è proprio negli occhi dei nostri fratelli che possiamo incontrare il Signore.

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