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  • Immagine del redattoreLuca e Marta

3° Settimana di Quaresima

Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; 14ma chi berrà dell'acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno.

Giovanni 4, 5 - 42


5Giunse così a una città della Samaria chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: 6qui c'era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. 7Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». 8I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. 9Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. 10Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: «Dammi da bere!», tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». 11Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest'acqua viva? 12Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?». 13Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; 14ma chi berrà dell'acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d'acqua che zampilla per la vita eterna». 15«Signore - gli dice la donna -, dammi quest'acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». 16Le dice: «Va' a chiamare tuo marito e ritorna qui». 17Gli risponde la donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: «Io non ho marito». 18Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». 19Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta! 20I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». 21Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l'ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. 22Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. 23Ma viene l'ora - ed è questa - in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. 24Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». 25Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». 26Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te». 27In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: «Che cosa cerchi?», o: «Di che cosa parli con lei?». 28La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: 29«Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?». 30Uscirono dalla città e andavano da lui.

31Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». 32Ma egli rispose loro: «Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». 33E i discepoli si domandavano l'un l'altro: «Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?». 34Gesù disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. 35Voi non dite forse: «Ancora quattro mesi e poi viene la mietitura»? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. 36Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete. 37In questo infatti si dimostra vero il proverbio: uno semina e l'altro miete. 38Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica».

I Samaritani credono in Gesù

39Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». 40E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. 41Molti di più credettero per la sua parola 42e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».


SIMBOLO: il digiuno

Non si parla di vero e proprio digiuno quindi ma di sostituzione, di digiunare con lo scopo di riempirsi.

Il tempo di Quaresima inizia e finisce con l’invito a digiunare. Perché?

Tradizione?

Mero riferimento ai 40 giorni di digiuno che ha vissuto Gesù nel deserto?

Mortificazione e penitenza?

Forse, ma che scopo avrebbe tutto ciò nel 2020?

E allora riflettiamo…

Nel Vangelo si parla di acqua e cibo, l’opposto del digiuno ma, nonostante sia Gesù a chiedere da bere alla samaritana, non troviamo scritto che la donna effettivamente gli abbia dato dell’acqua e, allo stesso modo, quando i discepoli pregano Gesù di mangiare, Lui rifiuta. Ma lo fa per un motivo. Gesù non beve l’acqua del pozzo e non mangia il cibo proveniente dal paese perché è già sazio dei doni del Padre: la vita eterna per dissetarsi e il compiere le opere di Dio per sfamarsi. Proprio questo è il significato del digiuno: evito di mangiare qualcosa di terreno per lasciare spazio e riempirmi di qualcosa di divino. Allo stesso modo rinuncio a qualche abitudine o azione o pensiero negativo e sostituisco con qualcosa di positivo. Non si parla quindi di vero e proprio digiuno ma di sostituzione, di digiunare con lo scopo di riempirsi.

Gesù vive i suoi 40 giorni di digiuno prima di iniziare il periodo di predicazione. E così anche noi: cogliamo l’opportunità della Quaresima per prepararci alla Pasqua e a vivere la Pasqua tutti i giorni della nostra vita! Una Pasqua di resurrezione, di autentica vittoria, di testimonianza dell’Amore di Dio e di fiducia in quest’Amore.

Fin dai tempi del reparto ci viene insegnato a dire estote parati, siate pronti: e allora prepariamoci!! Prepariamoci alla festa e a raccontare la festa a chi non era presente, a chi si è trovato impreparato, a chi non ne ha potuto o saputo godere pienamente. Prepariamoci concretamente, come ci insegna la spiritualità della strada che siamo abituati a vivere, a fare con le mani e mettere l’anima in ciò che facciamo, facendo dei digiuni veri, reali, consistenti e, perché no, verificabili. Facciamo un esame di coscienza prima di andare a dormire per toccare con mano il bene che abbiamo fatto, per renderci conto di cosa avremmo potuto fare in maniera diversa e cosa avremmo potuto evitare. Impariamo a trovare concretezza nella nostra fede: quando Gesù nasce, muore e risorge lo fa davanti agli uomini, non di nascosto, lo fa in modo evidente per far sì che tutti possano vedere e credere. Impegniamoci allora a ricercare queste prove dell’Amore di Dio nelle nostre giornate, per saziarci di queste ed essere pronti a festeggiare la Sua Pasqua, non solo alla fine di questa Quaresima, ma tutti i giorni della nostra vita.

Per aiutarci in questo compito Papa Francesco ci consiglia 11 semplici digiuni (e relativi riempimenti) per vivere pienamente e concretamente questa Quaresima:

• Digiuno di parole negative - dire parole gentili. • Digiuno di malcontento - riempirsi di gratitudine. • Digiuno di rabbia - riempirsi con mitezza e pazienza. • Digiuno di pessimismo - riempirsi di speranza e ottimismo. • Digiuno di preoccupazioni - riempirsi di fiducia in Dio. • Digiuno di denunce - riempirsi con le cose semplici della vita. • Digiuno di tensioni - riempirsi con preghiere. • Digiuno di amarezza e tristezza - riempire il cuore di gioia. • Digiuno di egoismo - riempirsi con compassione per gli altri. • Digiuno di mancanza di perdono - riempirsi di riconciliazione. • Digiuno di parole - riempirsi di silenzio per ascoltare gli altri.

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